Alta fedeltà




Quasi per caso scopro questo libro. Quasi per caso decido di leggerlo.
Mannaggia a me per non averlo scoperto prima!
Bene. Per quanto riguarda averlo scoperto, devo ringraziare Facebook (!) o, per meglio dire, la pagina di non mi ricordo chi o cosa, che pubblicizzava l'uscita di una nuova collana di classici contemporanei edita da Guanda. Ho avuto modo di vedere questa collana e per me è bocciata per due motivi: il materiale della copertina, troppo rigida, e il costo, che per essere una versione tascabile si scosta dalla altre di al massimo uno o due euro. Per questi motivi, alla fine ho deciso di comprare la versione in brossura.

Detto ciò, tra i titoli proposti da Guanda non so come mai abbia scelto alla fine di optare per Alta fedeltà. Immagino che mi abbia incuriosito il titolo. Il romanzo parla di Rob Fleming, un trentacinquenne che vive nella Londra degli anni Novanta gestendo un negozio (di cui è proprietario) di dischi in vinile per collezionisti. Gli affari non vanno bene e Rob deve convivere anche col recente fallimento della sua relazione con Laura.
Alta fedeltà è caratterizzato dalla presenza di numerose top five, ossia classifiche ideate da Rob e dai suoi due collaboratori Dick e Barry, la maggior parte delle quali rigardanti la musica.
Un esempio? 

Primi cinque gruppi o musicisti che bisognerebbe fucilare il giorno in cui arrivasse la rivoluzione musicale:
  1. Simple Minds
  2. Michael Bolton
  3. U2
  4. Bryan Adams
  5. Genesis
Ma la classifica principale, a mio avviso, è quella con la quale si apre il romanzo. Classifica che elenca le separazioni più importanti avvenute in ordine cronologico, dove troviamo i nomi di cinque donne che, in maniera più o meno incisiva, hanno segnato la vita sentimentale e relazionale del nostro protagonista.

Altà fedeltà si presenta come un dialogo tra l'autore Nick Hornby e il lettore, coinvolto in riflessioni sulle donne, sulla musica e sulle incertezze e nevrosi di una generazione di trentenni che è arrivata fino agli anni novanta con la paura di crescere e assumersi le proprie responsabilità, specchio fedele della realtà contemporanea. Il tutto viene affrontato con un pizzico di humor, che è l'elemento che fa brillare quest'opera rendendola una testimonianza fresca, intelligente e riflessiva su uno spaccato di umanità e contribuisce a strappare qualche sorriso e, inutile negarlo, anche qualche risata.

Scopro solo ora che è stato realizzato anche un film del 2000, con John Cusack nei panni di Rob.
Che dire? Il libro lo consiglio vivamente, per quanto riguarda il film...è un altra spunta sulla lista di quelli da recuperare!



0 commenti:

Posta un commento

 

Flickr Photostream

Twitter Updates

Meet The Author